Di nuovo, Concita.
È così bella, sai, questa vittoria,
molto più di un successo elettorale.
È la conferma della nostra storia
Che raccontiam da settimane uguale
Quella rivoluzion gentil che c’è nell’aria
Che sente chi vive il mondo reale
Finalmente il vento è cambiato
E gli italian la testa hanno rialzato!
Quelli alle Poste od al supermercato
(Questi leader politici ci vanno?
Un bollettino l’avranno mai pagato?
un detersivo mai lo compreranno?
Quel che si dice, l’avranno mai ascoltato?)
Chi fa trecento curricùlum l’anno
Quei pochi fortunati che alle strette
Ma avranno uno stipendio il ventisette.
Ci dicono, le elezioni suddette,
che se lo sguardo va verso altre cose
che non le miserande battagliette
tutte interne alle caste ed odorose
di muffa, privilegi e di pastette
c’è fuori un mar di genti speranzose
pronta a seguir chi sa farli sperare
e pronta a farlo ancora, ed a sognare.
Urla e menzogne non posson bastare:
non valgono lo sguardo di un ragazzo
come quello che è a Cagliari a cantare
Di cento Santanchè il grande schiamazzo;
Nè della Zia Moratti il suo parlare
O la sua messa in piega da strapazzo
Può niente contro l’amico di Osama
E il suo quieto sorriso ormai di fama.
Non son senza cervello come esclama
Il mister Berlusconi i milanesi
pazienza per i suoi appelli ad Obama
L’Italia gli smentisce questa tesi
Con le armi che il potere mai non ama
E che non ha ‘sta destra ormai in paresi
Passion, coraggio ironia ed onestà
Una risata vi seppellirà.
(To be continued, se ce la fo…)
La trasposizione in ottava rima degli editoriali di Concita De Gregorio è un servizio gratuito offerto da www.alessioatrei.it
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