Con questo titolo il Quotidiano della Satira commenta la levata di scudi intorno al povero Alessio Spataro, reo di aver appellato come Ministronza una Ministrega (ministra una sega, ndr).
Quel che meno conta è che ci sono anch’io, nel satirico condominio cartaceo lucano. Non ripubblico qui la vignetta d’esordio, così sarete costretti ad andare a scaricare il numero 65 per vederla.
Qui pubblico solo quello che nel buon QS non c’è entrato, ovvero un componimento anagrammatico sullo stato della satira italiana:
Amatoriale, staliniana, da celarsi:
Cosa rimane della satira italiana?
Niente, così disarmata. La Rai? Alalà!
E’ lasciata al miliardario ansante.
PS. A proposito di ministronzate (e di anagrammi). Rivendico la paternità del lemma. Voglio essere additato anch’io al pubblico ludibrio. La legge, del resto, è uguale per tutti.
EBBBENVENUTO tra noi pazzoidi del Quotidiano della Satira lucana !!!