Al centro dell’intrigo, c’? una lamina in bronzo del formato di un foglio di carta da lettere, dallo spessore di circa due millimetri, e spezzata in otto parti, intestata “Partito Comunista Italiano”. Sette furono consegnate segretamente nell’ottobre 1995 a Walter Veltroni, allora Ministro dei Beni Culturali, che individu? subito diversi errori di ortografia nel reperto, ne rilev? per? l’eccezionale importanza e gli diede il proprio nome, ma che solo oggi si ? deciso a presentarlo. L’ottavo ed ultimo tassello potrebbe aver preso la via del mercato antiquario.
Il testo della tavola ? la registrazione, su entrambe le facce, di un rarissimo programma autenticamente di sinistra. E’ inciso da due mani diverse, con scrittura uniforme e con una profondit? costante, il che esclude che possa essere stato contraffatto da un qualsivoglia membro delgli attuali partiti eredi del PCI. Il programma, che prevedeva addirittura l?incremento della spesa sociale in favore dei meno abbienti, venne registrata in forma ufficiale da uno scriba del tempo, con una trascrizione dallo stile elegante. La complessit?, dal punto di vista linguistico, ? grande, malgrado il pezzo mancante: contiene infatti ben 650 punti programmatici, e 27 delle sigle di partito presenti sono sconosciute agli studiosi.
Quanto all’et?, il documento dovrebbe risalire alla fine del III o all’inizio del II secolo avanti D?Alema. Come ha spiegato la Melandri, in seguito la tabula, ritenuta non pi? attuale e sostituita da pi? snelli programmi neo-liberisti, fu volutamente spezzata in otto parti, che furono accantonate ed esposte periodicamente alla visione dei fedeli soltanto in occasione delle feste comandate (25 aprile e 1 maggio).