Bush e Kerry non raggiungono la soglia
incarico ad interim a Frattini
Ormai abituato a fare il tappabuchi, il dinamico ministro degli esteri italiano conquista il posto pi? amb?to del mondo senza aver ancora capito esattamente da che parte del mondo si trovi.
Mentre i risultati elettorali tardano ad arrivare a causa di un improvviso sciopero del McDonald‘s adiacente al comitato elettorale dell’Ohio, Bush si distrae acquistando biglietti della lotteria agli Autogrill della Route 66. Arrivato in Arizona, terra di sogni e di misteri, ai microfoni della CBS dichiara: “ho vinto, ho vinto!”
Mea culpa di Donald Rumsfeld: “Abbiamo portato tanta di quella democrazia all’estero, che non ne ? rimasta abbastanza per noi.”
Da parte sua, John Kerry comincia a vacillare, e lancia l’ultimo disperato appello: “Prendete me al posto di Buttiglione” Indignato l’establishment del vecchio continente, che respinge compatto la proposta. Barroso: “Kerry ha preso i voti, quindi non lo vogliamo: la nostra ? una Europa rigorosamente laica”
Cos?, prende quota la classica ipotesi d’emergenza buona per tutte le occasioni: Frattini.
Il giovane e rampante ministro italiano, ancora impegnato a scoprire tutti i cassettini della scrivania degli Esteri, ? stato dapprima imbarcato in tutta fretta per Bruxelles per occupare l’ultima sedia libera nella Commissione Europea, ma appena sbarcato dall’aereo ? stato spedito direttamente a Washington.
Intanto in America arrivano dall’Iowa i dati definitivi del 1968: Nixon batte Kennedy 51 a 49.
Numerosi i dubbi nello spoglio dei voti postali: escluso dal conteggio un voto espresso per videocassetta dall’Afghanistan.
La lobby degli obesi fa sentire la sua voce: “siamo noi i grandi elettori, i nostri voti valgono uno e mezzo di quelli normali”
Unica buona notizia, la grande affluenza alle urne: merito del presidente uscente, che ha assicurato l’arrivo di diecimila salme dall’Iraq.